Scuola, dal primo settembre si cambia: basta con le mascherine in classe

Fine delle misure d’emergenza, ma il Covid nel Mantovano rialza la testa. Preoccupati i sindacati

MANTOVA. I contagi, nel Mantovano, sono in aumento ma la scuola, come in tutt’Italia, si prepara a dire addio alle misure anti-pandemia. Dal 31 agosto, infatti, scadranno tutte le misure che andavano avanti da tre anni, dagli asili nido alle superiori.

Dal 12 settembre quando tornerà a suonare la campanella, basta con la didattica a distanza (in verità non c’era già più da tempo), con il distanziamento, le mascherine, i doppi turni e gli ingressi scaglionati. Sarà sufficiente tenere aperto le finestre per aerare gli ambienti e indossare le mascherine solo si è “fragili” o se proprio non ci si fida e si teme il virus.

Anche i docenti e il resto del personale potrà tornare in classe senza aver fatto il vaccino. Nelle nuove linee di condotta adottate dal ministero c’è pure un capitolo destinato ai sintomi da avere per giustificare l’assenza da scuola: febbre sopra i 37,5 gradi o un test positivo al Covid (anche quello fai da te). Insomma, una sorta di “liberi tutti” che non convince tutti soprattutto in zone come il Mantovano dove il virus sembra aver rialzato la testa nell’ultima settimana. A partire dai sindacati che temono il peggio alla ripresa delle lezioni.

Dice, infatti, Pasquale Andreozzi della Cgil scuola: «Non c’è alcun allarme per il semplice motivo che la scuola non è ancora iniziata. Io, però, sono preoccupato che la situazione possa peggiorare in assenza di interventi certi. Il ministero, infatti, con nostro grane disappunto, ha ripreso le linee guida dell’Istituto superiore di sanità che consentono di prepararsi ad essere pronti per la mitigazione delle infezioni. Dai dati che ci sono sull’aumento dei contagi e sui morti si evince che l’emergenza non è finita. Per il terzo anno consecutivo sono mancati gli interventi strutturali: mancano ancora gli impianti di areazione e si continua a dire di tenere aperte le finestre».

Più tranquilla la visione dei docenti che sono già entrati in classe con gli studenti che stanno sostenendo gli esami di riparazione per recuperare il debito formativo (dovranno terminare entro fine mese): «Non ci sono situazioni di allarme – dice Massimo Pantiglioni, presidente di Aisam, l’associazione dei presidi – e nemmeno preoccupazione. Si sta solo attenti. Ho sentito alcuni colleghi alle prese con gli esami di riparazione e mi hanno riferito che ci sono studenti in quarantena, ma non li ho sentiti preoccupati. Seguiamo le linee del ministero».

«Non abbiamo ricevuto particolari richieste dalle scuole» conferma la Provincia, impegnata a trovare nuove aule per alcuni istituti superiori alle prese con problemi di spazio. «In caso di peggioramento della situazione la circolare ministeriale è chiara» aggiunge Palazzo di Bagno. Insomma, l’impressione è che tutti siano in attesa di vedere che cosa succederà alla riapertura delle scuole.