effetto scudo da attività fisica regolare
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Covid, l’ipotesi: effetto scudo da attività fisica regolare
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- Pubblicato 24 Agosto 2022
ROMA, 23 ago. – Fare sport fa bene, lo dice la scienza. Negli anni centinaia di studi hanno messo in luce un ampio ventaglio di possibili effetti benefici. L’ultimo ha a che fare con il virus protagonista della pandemia di Covid.
L’ipotesi suggerita da una ricerca spagnola pubblicata online sul ‘British Journal of Sports Medicine’ è che un’attività fisica regolare sia collegata a un minor rischio di infezione da Sars-CoV-2 e gravità della malattia che ne consegue.
La migliore protezione? Deriverebbe da “150 minuti settimanali di attività fisica moderata o 75 minuti di movimento con un’intensità vigorosa”, spiegano gli autori nello studio, Yasmin Ezzatvar dell’università di Valencia e colleghi. Già precedenti lavori hanno suggerito che l’attività fisica può avere questo effetto scudo contro le infezioni respiratorie, in parte per via della capacità di rafforzare il sistema immunitario. I ricercatori hanno provato ad approfondire il legame con Covid, che è al momento “poco compreso”, ma “probabilmente coinvolge sia fattori metabolici che ambientali”, affermano gli esperti, che hanno cercato di quantificare la soglia di attività fisica che potrebbe essere necessaria per ridurre i rischi di infezione e quelli associati ricovero e morte in ospedale.
Gli autori hanno cercato in 3 importanti database degli studi pertinenti pubblicati tra novembre 2019 e marzo 2022 e, da una quota iniziale di 291, hanno scremato e riunito i risultati di 16 lavori. Gli studi hanno incluso un totale di 1,8 milioni di adulti, poco più della metà dei quali (54%) erano donne. L’età media dei partecipanti era 53 anni. La maggior parte degli studi esaminati sono studi osservazionali e sono stati condotti in Corea del Sud, Inghilterra, Iran, Canada, Regno Unito, Spagna, Brasile, Palestina, Sudafrica e Svezia.
L’analisi dei dati aggregati ha mostrato che, nel complesso, coloro che includevano un’attività fisica regolare nella loro routine settimanale avevano un rischio inferiore dell’11% di infezione da Sars-CoV-2; un rischio inferiore del 36% di ricovero ospedaliero; un rischio inferiore del 44% di malattia grave da Covid e un rischio inferiore del 43% di morte per Covid rispetto ai loro coetanei fisicamente inattivi.
L’effetto protettivo massimo si è verificato a circa 500 minuti Met (Metabolic Equivalent of Task) – parametro che esprime la quantità di energia (calorie) consumata per minuto di attività fisica – a settimana, dopodiché non ci sono stati ulteriori miglioramenti. Questa quantità equivale appunto a 150 minuti di attività di intensità moderata, o 75 minuti di intensità vigorosa. Lo studio ha tuttavia delle limitazioni: per esempio riguarda solo le varianti Beta e Delta di Sars-CoV-2 e non Omicron, il che potrebbe indebolire i risultati. Inoltre non è escluso il peso di fattori confondenti sui risultati.
Ma ci sono spiegazioni biologiche plausibili per la correlazione che sembra emergere, evidenziano dall’altro lato gli esperti. L’esercizio fisico regolare di…
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