Coronavirus, dopo quasi 3 anni di pandemia salute più precaria per molti
[ad_1]
Coronavirus, dopo quasi 3 anni di pandemia salute più precaria per molti italiani
- Dettagli
- Pubblicato 25 Giugno 2022
ROMA, 25 giu. – In base ai dati del XIX Rapporto Osservasalute 2021, dopo quasi 3 anni di pandemia la salute degli italiani è sempre più precaria.
Hanno giocato un ruolo chiave nell’indebolirla diversi fattori, da un lato il fatto che ci si è recati meno alle visite di controllo (con un peso elevato soprattutto sulle cronicità) e specialistiche, dall’altro il peggioramento, per molti versi, degli stili di vita degli italiani “sopraffatti” dalla pandemia: per esempio dal 2019 al 2020 si è assistito a un aumento dei consumi a rischio di alcolici pari al +6,5% per i maschi e al +5,6% per le femmine.
Inoltre, complici le chiusure e le restrizioni, è diminuita anche la quota di sportivi regolari. L’emergenza Covid-19 ha avuto un impatto molto forte sulle strutture sanitarie, il rischio del contagio, il rinvio delle attività chirurgiche programmate e di quelle ambulatoriali, la riorganizzazione delle strutture di assistenza e la riallocazione del personale, nonché l’assorbimento pressoché totale delle risorse territoriali nella lotta alla pandemia hanno determinato una riduzione della presa in carico e della continuità assistenziale per i pazienti con patologie acute e croniche, con conseguenze in termini di salute ancora poco conosciute e quantificabili, ma i cui effetti si paleseranno sulla società e sui servizi sanitari probabilmente nei prossimi anni.
I dati parlano chiaro, si sono ridotte le visite specialistiche, infatti, se nel 2019 sono state erogate circa 26 milioni e 600 mila prime visite, nel corso del 2020, le prime visite sono diminuite di circa un terzo, ammontando a circa 17 milioni e 700 mila. Sempre nel 2019, sono state erogate circa 32 milioni e 700 mila visite di controllo. Nel 2020, anche le visite di controllo sono diminuite di circa un terzo, ammontando a circa 22 milioni e 500 mila. Si sono ridotti gli interventi programmati che sono strategici per la prevenzione e contrastano la mortalità evitabile. Un esempio per tutti, l’intervento di bypass coronarico: nel 2020, un valore pari a 76,6 per 100.000, in diminuzione rispetto al 2019 (100,9 per 100.000).
Con la pandemia si sono ridotte anche le coperture vaccinali: nel 2020 nessuna vaccinazione obbligatoria raggiunge il target raccomandato dall’OMS del 95%. Nell’ultimo anno i valori di copertura più alti si osservano per Tetano (94,04%), Pertosse (94,03%) e Poliomielite (94,02%), mentre Parotite (92,47%), Rosolia (92,21%) e Varicella (90,28%) presentano i valori più bassi. Anche il Servizio Sanitario Nazionale ha subito notevoli contraccolpi: c’è stata una contrazione notevole dei proventi propri delle aziende sanitarie (per esempio ticket e libera professione). I dati relativi alla compartecipazione alla spesa farmaceutica indicano una netta diminuzione: se nel periodo 2016-2019 ammontava a 1,6 miliardi (mld) medi annui, nel 2020 scende a 1,5 mld e tra gennaio-maggio 2021 è pari a 0,6 mld. Anche i proventi per l’assistenza specialistica appaiono ridotti: nel periodo…
[ad_2]
Read More: Coronavirus, dopo quasi 3 anni di pandemia salute più precaria per molti