“Medicina del territorio sia protagonista Pnrr”
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Cure sul territorio appropriate e accessibili ovunque, gestite da personale sanitario e caregiver adeguatamente formati, ad alta resa anche tecnologica e finalmente a misura della qualità di vita di pazienti e del caregiver. È la richiesta dei pazienti oncologici e onco-ematologici che emerge dall’indagine online su medicina del territorio e oncologia, promossa da 39 associazioni del Gruppo ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere‘, e condotta in collaborazione con AstraRicerche, su oltre 800 tra pazienti e caregiver.
La pandemia ha messo ancora più in evidenza le carenze di cure di prossimità per i pazienti oncologici e onco-ematologici: disuguaglianze nell’accesso alle cure, mancanza di collegamento tra ospedale e territorio, macchinari obsoleti e poco funzionali, disomogeneità nell’accesso a screening, test e terapie e infine carenza di supporto ai caregiver. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è una grande opportunità per ridisegnare il modello di assistenza sul territorio, grazie agli oltre 7 miliardi stanziati per quest’obiettivo ai quali si aggiungono gli oltre 4 miliardi resi disponibili dalla Commissione europea per programmi sull’oncologia. Ma per sanare il grave gap dell’assistenza sul territorio e rilanciare il Servizio sanitario nazionale – sottolineano le associazioni – l’architettura disegnata nel Pnrr va riempita di personale, formazione e tecnologie innovative e ‘amiche’, tenendo conto delle caratteristiche e delle istanze dei potenziali assistiti.
Il 55,3% dei pazienti chiede più telemedicina
Fulcro del nuovo modello di assistenza territoriale dovrà essere la telemedicina, risorsa fondamentale – secondo il 55,3% dei pazienti – per integrare la visita tradizionale, facilitare la comunicazione con l’oncologo (43,5%) e ridurre ove possibile gli spostamenti da un’area all’altra del Paese (40,2%).
Quali sono i passaggi per rendere pienamente efficace l’assistenza da remoto? Secondo i pazienti oncologici, occorre intervenire su due fronti: da un lato il completamento e potenziamento delle Reti oncologiche regionali (46,5%) per consentire il dialogo tra le Regioni con un’infrastruttura informatica adeguata, dall’altro l’implementazione del Fascicolo sanitario elettronico in tutto il Paese (40,9%) per farne il vero e proprio punto di accesso dei cittadini per fruire di tutte le prestazioni del Ssn.
Altro aspetto fondamentale è che nell’assistenza territoriale siano ben delineati i percorsi di accesso alle terapie e all’innovazione. Per il 33,4% dei rispondenti all’indagine, in particolare, la formazione del medico di medicina generale è un tassello cruciale su cui investire per un impiego efficace della telemedicina, mentre per il 54% degli intervistati il farmacista e l’infermiere di comunità andrebbero coinvolti per facilitare la consegna a domicilio e l’assunzione della terapia oncologica, sotto la supervisione dell’oncologo.
“Accesso su tutto il territorio nazionale a test genomici e formazione caregiver”
Per agevolare…
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