Covid, i consigli di istituto dei licei di Mantova: no al doppio turno imposto
Presa di posizione di genitori, studenti e docenti di Belfiore e Virgilio in vista della ripresa delle lezioni in settembre: «Il prefetto organizzi un confronto pubblico per spiegare la decisione presa»
MANTOVA. No al doppio turno nelle scuole superiori. A dirlo sono i presidenti dei consigli di istituto del liceo scientifico Belfiore e del liceo classico e Linguistico moderno Virgilio.
In una lettera alla Gazzetta Andrea Sinigaglia, presidente del consiglio di istituto del Belfiore e Magalì Zuanon, presidente di quello del classico e del linguistico Virgilio contestano la decisione assunta dalla prefettura di riaprire le scuole superiori in città con la formula del doppio turno, ossia con ingresso e uscita dalle 8 alle 13 e dalle 10 alle 15, a due settimane alterne, e con le lezioni di 60 minuti. Una decisione giudicata incomprensibile alla luce delle criticità che quella soluzione, adottata come sperimentale, provocò nello scorso anno scolastico e delle nuove normative uscite, nel frattempo, sul trasporto pubblico. Allora, ricordano i presidenti, la sperimentazione del doppio turno «era stata imposta in seguito alla riduzione del 50% della capienza dei mezzi pubblici».
Adesso «la capienza dei pullman, è tornata all’80% come lo era per il rientro a scuola nel settembre 2020» avvenuto «con i ragazzi in presenza al 100% e con un unico turno (8-13), anche per le scuole superiori di città». La situazione, però, in un anno secondo i presidenti è cambiata. «In primo luogo – scrivono – c’è il vaccino»; poi «diverse famiglie si sono organizzate per evitare che i ragazzi si rechino in città con i mezzi pubblici» tant’è che un’indagine interna svolta nelle tre scuole citate, «risulta che meno del 40% degli studenti utilizzano i mezzi pubblici che fanno capo all’agenzia del trasporto pubblico Mantova-Cremona, agenzia – commentano – che di fatto impone il doppio turno». Non lo dicono apertamente, ma si sentono discriminati: «Perché – si chiedono i due presidenti – il mondo della scuola è il solo a dover subire il doppio turno? Perché non estenderlo a tutta la funzione pubblica della città? E perché solo in città?».
Domande legittime a cui si risponde di solito che, all’origine di tutto, c’è una carenza di mezzi di trasporto. E allora, i presidenti si chiedono come mai l’Agenzia del trasporto pubblico locale non sia in grado di mettere in campo una soluzione alternativa. Questa volta sì che lo dicono chiaramente: «Non è tollerabile che i diritti a studiare e alla socialità e il ritorno alla normalità dei ragazzi che frequentano le scuole di città vengano così calpestati. Fa pensare che i docenti e il personale delle scuole secondarie di città debbano subire questa discriminazione in ragione semplicemente dell’ubicazione della scuola nella quale lavorano».
A questo punto, i presidenti chiedono al prefetto di organizzare un confronto pubblico «affinché l’agenzia di trasporto locale illustri…
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