“Su idrogeno verde recuperare ritardi e prevedere incentivi”
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L’Italia non può perdere il treno dell’idrogeno verde ma al momento non siamo pronti. Bisogna recuperare il ritardo e prevedere forme di incentivazione per mettere in moto la macchina. Lo afferma Angelo Basile, R&D manager Hydrogenia, che all’Adnkronos spiega quale sarà il ruolo dell’idrogeno verde nella transizione ecologica, facendo il punto sulle opportunità e lo stato dell’arte. Hydrogenia, con sede a Genova e controllata da Greeninvest, è una nuova realtà italiana specializzata nello sviluppo e nella costruzione di impianti per la produzione di Idrogeno Verde Ultrapuro.
In un contesto che evolve verso un’economia a zero emissioni “il ruolo dell’idrogeno verde è fondamentale ed ineliminabile” afferma Basile che spiega: “Anche se l’efficienza complessiva ‘solare – idrogeno’ è abbastanza bassa ( 13%), considerando che le energie alternative sono praticamente gratuite (a differenza della fonte elettrica disponibile in rete, per intenderci), non è un problema”. Oltre a questo, però, sottolinea Basile, “ci sono altri innegabili vantaggi, come ad esempio l’uso di energia pulita, la produzione di idrogeno e di ossigeno ultra-puri, ed assenza di produzione di CO2”.
Idrogeno verde: opportunità e campi di applicazione. “Le opportunità – spiega R&D manager Hydrogenia – sono innumerevoli perché la tecnologia si basa su due fonti che possiamo dire inesauribili, dal punto di vista umano: energie rinnovabili (solare, eolico), ed acqua. Tra i numerosi campi di applicazione, si pensi ad esempio all’uso dell’idrogeno come carburante peri treni, gli autobus, i camion, le navi, le automobili, etc. L’idrogeno si usa anche nelle acciaierie, nelle raffinerie e nella produzione di ammoniaca (utile, ad esempio, nei fertilizzanti), oltre che in altri comparti industriali”.
L’idrogeno verde, dunque, è il nuovo alleato della decarbonizzazione ed è per questo che batte la concorrenza di tutti gli altri colori: grigio, blu (entrambi prodotti da fonti energetiche fossili) e viola (estratto dall’acqua mediante energia elettrica prodotta da una centrale nucleare). Secondo Basile “non bisogna perdere altro tempo” anche perché “tutti i Paesi più industrializzati, e non solo, sono già in uno stato avanzato, rispetto a noi”.
Infrastrutture e mezzi per utilizzare l’idrogeno: “da qualche parte bisogna pur iniziare, come del resto hanno fatto Cina, Germania, Giappone, India, Usa, Messico e Korea del Sud. Ad esempio, in Cina, India e Messico sono in funzione le dieci più grandi centrali al mondo di produzione di idrogeno dal fotovoltaico, esattamente 6 in India (potenza installata 1545 MW), 3 in Cina (potenza installata 1547 MW) ed una in Messico (potenza installata 828 MW). Non solo. In India, ad esempio, al Bhadla Solar Park, è in costruzione l’impianto fotovoltaico più grande del pianeta: 2255 MW”.
Gli ostacoli da superare, però, “sono non pochi” avverte Basile secondo cui “bisogna iniziare a costruire le infrastrutture per il trasporto e la distribuzione dell’idrogeno. In Germania, Svezia, Usa, Svizzera, Corea del sud, etc., si stanno tutti…
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