Mantova, ospedali al confine cremonese in trincea: esauriti i posti Covid,

Asola, Bozzolo e Viadana senza più letti. Canino (Oglio Po): «Siamo al collasso». Pajola: «Non si vede ancora la fine»

MANTOVA. Posti letto per malati Covid esauriti negli ospedali di confine fra Mantovano, Bresciano e Cremonese, una delle aree più colpite dalla pandemia. Nonostante il nuovo assetto d’emergenza, la cosiddetta fase 4b che sposta ancor più l’asse delle prestazioni verso la cura dei pazienti affetti da Covid 19, nei centri di cura di Asola, Bozzolo, Viadana ed Oglio Po non ci sono più posti disponibili. Esauriti sia i letti per i pazienti Covid per quelli con altre patologie. Una situazione che il direttore sanitario aziendale dell’Asst di Cremona, Rosario Canino sintetizza così: «C’è poco da girarci attorno, siamo al collasso».

La fase 4b decretata dalla Regione mercoledì ha comportato dei riassetti interni negli ospedali. Ad Asola sono attivi oggi 24 posti letto Covid, mentre a Bozzolo sono a disposizione 26 posti per i Covid “subacuti”. Nei due ospedali restano oltre 50 posti letto “puliti”, ovvero per degenti senza coronavirus. A Viadana i posti letto Covid subacuti sono 6 e 16 quelli di degenza di comunità.

«Il problema è che ormai abbiamo esaurito la disponibilità – spiega Canino-. Fra Cremona ed Oglio Po abbiamo 218 letti per malati Covid, ma sono tutti occupati e con 6 persone in attesa di trovare un letto libero. Il 70% dei 54 posti dell’Oglio Po sono degenti mantovani». Cosa succede per coloro che non trovano un letto di ricovero? «La soluzione deve venire da uno sforzo congiunto, dalla disponibilità anche di altri ospedali. Per questo stiamo facendo una unità di crisi. L’alternativa? Non c’è. Siamo vicino al collasso».

La situazione non è diversa ad Asola e Bozzolo, come spiega il direttore sanitario Fabio Pajola. «Non ci sono più posti letto liberi. Ad Asola il nostro Pronto Soccorso è sotto pressione. Le persone vengono monitorate e tamponate per capire il loro quadro clinico e la presenza o meno dell’infezione da coronavirus. Si usano i letti di medicina d’urgenza. In base all’esito si decide il da farsi. Se il paziente ha un quadro clinico critico, lo si invia a Mantova dove vi sono le specialità di malattie infettive, pneumologia o terapia intensiva». Anche a Mantova ieri le richieste superavano l’offerta di posti di 17 unità.

Pesante anche il versante del personale, che dall’estate scorsa è sempre in corsia, senza un giorno di ferie. «Siamo impegnati su più fronti – prosegue Pajola – e questo è il momento più critico perché abbiamo il pronto soccorso ed i ricoveri, ma anche i tamponi ed ad Asola eseguiamo le vaccinazioni della linea Pfizer agli anziani arrivando anche a 140 al giorno». Operatori sotto pressione, dai medici agli infermieri. E in alcuni reparti ormai si boccheggia perché ci si mettono anche le leggi restrittive a vietare a personale disponibile di poter operare in corsia.

L’ala medica “pulita” di Asola prosegue il suo lavoro, così come il day…