Dà voce agli organi, premiato il maestro Denti
PIANENGO – Paolo Denti, maestro cannefonista, è stato premiato oggi a Mantova, nell’ambito del convegno dedicato agli artigiani del futuro, promosso al teatro scientifico Bibiena, in collaborazione con le associazioni di categoria. Il 56enne è uno dei tre produttori di canne per organo rimasti in Italia, insieme agli Scotti di Crema e a un’azienda toscana. A Mantova, Denti è stato accompagnato dal direttore della Libera associazione artigiani Renato Marangoni. «L’attività fondata da mio papà Fiorenzo — racconta — che oggi ha 91 anni. Io l’ho portata avanti negli ultimi 40 anni insieme a mio fratello Valentino, da poco in pensione».
I figli dell’imprenditore pianenghese fanno tutt’altro, studiano Economia e Giurisprudenza in università, dunque di eredi all’orizzonte non se ne vedono. «Io vado avanti, questo lavoro è la mia passione, non è faticoso e usurante — assicura Paolo —: penso di poter continuare ancora per diversi anni. Siamo sempre stati un’azienda familiare, io mio fratello e mio padre. E la nostra clientela è esclusivamente italiana. In passato potevamo andare anche all’estero, ma c’era talmente tanto lavoro nel nostro Paese che abbiamo preferito lasciar perdere».
Il laboratorio è sempre rimasto in centro al paese, a due passi dalla parrocchiale. Un piccolo capannone aperto dal papà e oggi in mezzo alle case. «Il riconoscimento premia la nostra storicità — sottolinea Paolo — il fatto di esserci sempre stati da 55 anni a questa parte. I nostri clienti sono gli organari, coloro che costruiscono l’intero strumento per le chiese. Noi forniamo loro canne nuove e ci occupiamo anche di rigenerare quelle vecchie».
L’attività, come quasi tutte, ha risentito della crisi degli ultimi ani, prima il Covid e poi i rincari delle materie prime. «Negli ultimi tempi il lavoro è diminuito parecchio, per una serie di motivazioni — prosegue il titolare —: innanzitutto mancano i finanziamenti agli enti ecclesiastici per sistemare gli organi, poi c’è stata la pandemia. Oggi molti parroci preferiscono opere strutturali. A meno che non ci sia un sacerdote appassionato di musica, il recupero dell’organo viene lasciato spesso come ultima opzione». La manualità è la parte fondamentale del lavoro del maestro.
«La fusione si fa a mano, poi per la piallatura della lastra si utilizza un macchinario. A seguire taglio, avvolgimento e saldatura sono tutte operazioni manuali. Anche l’assemblaggio finale. Se si tratta di un organo di dimensioni importanti ci vuole un mese di lavoro. Le canne si producono con piombo e stagno in percentuale, differenti in base alla richiesta del cliente. La canna più è ricca di stagno più viene a costare. Questa lega ha un prezzo di 28 euro al chilogrammo contro 3 euro del piombo. Negli anni scorsi, lo stagno era arrivato anche a 50 euro al chilogrammo, prezzi inaccessibili che di fatto avevano bloccato diversi ordinativi e dunque il nostro lavoro. Per fortuna ora stanno calando».