Spi a guida Colleoni: alla lotta per i deboli

«La vita di ogni giorno al centro della nostra azione futura». È la vita di tutti quelli che «ci hanno detto che non ce la fanno più, che una visita specialistica o dentistica per loro è diventata un lusso», di chi «non riesce a pagare le bollette» al punto da ritrovarsi «costretto a rubare nei supermercati per mangiare». «E siamo nella ricca Mantova». La vita di anziani sempre più poveri, deboli, fragili al centro delle battaglie dello Spi Cgil a guida di Ferdinando Colleoni: con il 91% dei voti, il congresso del sindacato pensionati lo ha eletto ieri nuovo segretario generale approvando la sua proposta di segreteria (94% dei consensi) composta da Alda Ferrari, Vanda Roveri, Rita Bonizzi e Franco Scandolari. Classe 1954, Colleoni ha alle spalle una lunga carriera nella Cgil: dopo gli inizi da delegato in una fabbrica tessile bergamasca, diventa segretario della Filtea (l’allora sindacato dei tessili) di Bergamo per poi guidare la categoria a livello regionale, quindi segretario organizzativo lombardo della Filctem (nata dalla fusione tra le categorie dei tessili, dei chimici e dell’energia), nel 2017 prende le redini della Filctem di Mantova e nel 2019 diventa segretario di Lega dello Spi a Castiglione delle Stiviere. Tanto nella sua relazione programmatica davanti ai delegati al congresso e ai segretari generali della Cgil di Mantova, Daniele Soffiati, e dello Spi Lombardia, Valerio Zanolla, quanto nelle dichiarazioni che ci rilascia a margine esce chiara la linea di un «sindacato di strada» pronto «a essere tra la gente, nei centri sociali, nelle piazze, nei mercati, nelle Rsa» così come a confrontarsi «con enti, amministrazioni e associazioni» per «fare in modo che si sopperisca a quello che lo Stato in questo momento non fa» a partire dalla legge «rimasta sulla carta» per la non autosufficienza per arrivare ai «soldi per le bollette che non ci sono» così come quelli «per le pensioni che non solo non ci sono ma addirittura si tolgono». Prima la pandemia «che non è ancora finita – ci spiega – ora l’inflazione e la guerra vedono aumentare notevolmente anche nel Mantovano povertà e fragilità: basta poco per passare oggi da una situazione ancora decente alla povertà assoluta». Il non riuscire a pagare le bollette ma anche l’affitto, il non potersi permettere il dentista sono già realtà se si considera che i beneficiari del reddito di cittadinanza nel 2021 nel Mantovano sono stati 5.597 e intanto «la manovra di bilancio fa da bancomat sui pensionati per dare ai ricchi». E intanto «le bollette sono aumentate di 300 euro e oggi una persona deve decidere se mangiare o riscaldarsi». Oggi che «tornano ad essere normalità cose che credevamo relegate al passato», che «nelle Rsa mancano 650 operatori e le rette sono in aumento», che c’è chi «comincia a rubare pur di poter vivere» il sindacato «deve esserci ancora di più». Anche per far fronte a bisogni che «vanno al di là della tutela delle pensioni» e comprendono le crescenti difficoltà di accesso al digitale per riuscire a compilare un documento o più semplicemente a quella vita sociale che significa benessere….